Resto al SUD 2.0

resto al sud 2.0

Tabella dei Contenuti

Resto al SUD 2.0 è l’agevolazione per imprese e lavoratori autonomi, in vigore dall’8 maggio 2024. Sono ammesse al finanziamento le iniziative economiche finalizzate all’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, in forma individuale o collettiva, comprese quelle che prevedono l’iscrizione a ordini o collegi professionali.

Beneficiari

Possono beneficiare dell’agevolazione Resto al SUD 2.0:

  • Giovani di età inferiore ai trentacinque anni.
  • Donne senza limiti di età.

Ulteriori requisiti


•⁠ ⁠Inoccupati, inattivi e disoccupati da almeno 12 mesi;
•⁠ ⁠Trovarsi in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione;
•⁠ ⁠Disoccupati destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori GOL.

Agevolazioni possibili

Le agevolazioni possibili, in base al tipo di investimento sono:

  • Voucher di avvio non soggetto a rimborso utilizzabile per acquisto di beni, strumenti e servizi di 40.000€, elevabile a 50.000€ per investimenti innovativi;
  • Fondo perduto del 75% per investimenti fino a 120.000€;
  • Fondo perduto del 70% per investimenti da 120.000€ a 200.000€.

Incentivi

Gli incentivi di cui al comma 4, lettera c) sono fruibili, in conformità con le disposizioni al regolamento (UE) 2023/2831 sugli aiuti de minimis, in via alternativa e consistono nel riconoscimento di:

a) un voucher di avvio in regime de minimis, non soggetto a rimborso, utilizzabile per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività di cui al comma 2, per un importo massimo di 40.000 euro per le attività aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016. Nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, l’importo massimo del voucher e’ di 50.000 euro per le attività di cui al comma 2 aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016;

b) un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa di valore non superiore a 120.000€, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 75% per l’avvio delle attività di cui al comma 2 aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016;

c) un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa oltre 120.000 euro e fino a 200.00 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 70 per cento per l’avvio delle attività di cui al comma 2, aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.

Le misure di cui al presente articolo si attuano nel limite di spesa di 49,5 milioni di euro per l’anno 2024 e di 445,5 milioni di euro per l’anno 2025.